Oggi celebriamo la Giornata mondiale delle Zone Umide, aree di transizione tra la terra e l’acqua che forniscono servizi ecosistemici essenziali come la regolazione dei flussi idrologici, la depurazione delle acque, il controllo dell’erosione, la mitigazione dei cambiamenti climatici e la tutela della biodiversità.

La World Wetlands Day serve a sensibilizzare l’opinione pubblica, i governi e i mass media sull’importanza delle zone umide – paludi, stagni, laghi, fiumi, pianure alluvionali, estuari, foreste di mangrovie, lagune, barriere coralline, risaie e saline – poiché contribuiscono a sostenere la grande varietà della vita sul nostro Pianeta.

Le zone umide sono “pozzi di assorbimento del carbonio” e, malgrado coprano solo l’1% della superficie terrestre, catturano e immagazzinano una quantità di CO2 cinque volte maggiore rispetto alle foreste e addirittura fino a cinquecento volte maggiore rispetto agli oceani, secondo uno studio pubblicato su Science. Tuttavia, il degrado dovuto a cause antropiche e la conseguente perdita di questi preziosi habitat comporta il rilascio in atmosfera degli stock di carbonio in essi immagazzinati, andando ad accelerare il meccanismo che è alla base del riscaldamento globale e dei cambiamenti climatici.