Il ruolo cruciale delle api e degli impollinatori.
19 Maggio 2023
Biodiversità
Il 20 maggio si celebra la Giornata Mondiale delle Api, che rappresentano uno dei principali indicatori della biodiversità e del benessere dell’ambiente in cui viviamo.
Il volume di raccolti delle colture dipendenti dagli impollinatori è triplicato negli ultimi 50 anni. “L’impollinazione – afferma Ilaria Falconi, tecnologa del CREA ed esperta ambientale AMI – rappresenta un servizio ecosistemico intermedio di regolazione necessario alla tutela della Terra, da cui dipende la fecondazione e la produttività agricola. L’impollinazione, quindi, può aumentare la resa, la qualità e la stabilità dei frutti e delle colture da seme”.
Tuttavia i servizi ecosistemici di cui l’uomo e l’ambiente beneficiano ogni giorno grazie all’impollinazione sono ora a rischio, poiché è in pericolo l’esistenza stessa degli impollinatori esposti a pressioni ambientali di varia natura, compreso l’inquinamento da microplastica. Uno studio pubblicato su Science of the Total Environment ha infatti dimostrato la presenza di microplastiche sul corpo delle api mellifere e sugli apiari urbani, suburbani e rurali.
Come proteggere il benessere degli agenti impollinatori.
1. Partiamo dai fiori, occorre individuare specie vegetali ricche di nettare e polline, autoctone e con fiori profumati di colore bianco, giallo, arancione, blu, porpora e violetto. Le specie vegetali idonee sono quelle aventi fioriture prolungate e attive da marzo ad ottobre, ovvero essenze con fioriture primaverili precoci al fine di fornire polline per le nuove covate dopo il riposo invernale e/o autunnali tardive:
- Le specie da evitare sono tutte quelle infestanti, come ad esempio l’ailanto e la robinia e poi le specie con polloni e radici invadenti, specie allergeniche, piante velenose, specie con spine o che necessitano di cure con prodotti fitosanitari costanti e infine, tutte le varietà a fiore doppio, poiché i loro numerosi petali non permettono alle api di raggiungere il loro nutrimento.
- Le specie idonee sono il tiglio, l’acero campestre, il caprifoglio, il prugnolo, il salicone, il ciliegio, il sanguinello, il glicine, il corniolo, la spirea, il ligustro, la lillà, le piante aromatiche (rosmarino, salvia, menta, timo, lavanda e origano) ed erbacee (crochi, aster e borragine);
2. Riduciamo i fenomeni di erosione e degrado connessi a un cattivo uso della risorsa suolo attraverso la diffusione di pratiche agronomiche conservative e all’efficientamento del sistema di riuso della sostanza organica agricola (ad es. deiezioni zootecniche, digestato, biogas, sottoprodotti e scarti);
3. Riduciamo il rischio di contaminazione delle matrici ambientali connesso all’uso dei prodotti fitosanitari e dei fertilizzanti attraverso la diffusione di metodi di produzione sostenibile o la maggiore diffusione di tecniche e tecnologie moderne e innovative;
4. Scegliamo l’agricoltura biologica perché non utilizza antiparassitari, erbicidi, o concimi chimici, ma metodi naturali per assicurare la produttività delle piante. Inoltre, si serve di risorse rinnovabili, riciclando anche rifiuti vegetali e animali, per migliorare e mantenere la fertilità del suolo;
5. Acquistiamo generi alimentari a “Km zero”, una scelta più sostenibile per l’ambiente, poiché abbatte inquinamento e sprechi, che ci permette inoltre di valorizzare le realtà locali e mangiare prodotti stagionali freschi, più ricchi anche dal punto di vista nutrizionale.