Montagne di vestiti usati sommergono il Ghana.

Ambiente Mare Italia - AMI Informa

14 Giugno 2023

Inquinamento

La quantità di prodotti tessili usati esportati dall’UE è triplicata negli ultimi due decenni, passando da poco più di 550.000 tonnellate nel 2000 a quasi 1,7 milioni di tonnellate nel 2019. Le capacità di riutilizzo e riciclaggio di prodotti tessili usati in Europa sono limitate, quindi un’ampia quota di tessili usati raccolti nell’UE viene commercializzata ed esportata in Africa e in Asia.

Tuttavia la comune percezione delle donazioni di abiti usati come doni a persone bisognose non corrisponde pienamente alla realtà, poiché buona parte di questi vestiti di seconda mano contribuiscono a produrre inquinamento tessile. Secondo lo studio dell’Agenzia Europea per l’Ambiente “EU exports of used textiles in Europe’s circular economy“, nel 2019 il 46% delle esportazioni Ue è finito in Africa e il 41% in Asia.

In Africa tessuti e abiti di seconda mano soddisfano la domanda di vestiti usati a buon mercato dall’Europa, ma ciò che non è riutilizzabile finisce per lo più in discariche a cielo aperto. In Ghana, al mercato di Kantamanto, nella capitale Accra, uno dei maggiori mercati di abiti usati al mondo, arrivano ogni settimana 15 milioni di indumenti di seconda mano scartati dal nord del mondo.

Solo il 60% di questi 15 milioni di vestiti usati è riutilizzabile (come recentemente denunciato anche dal servizio andato in onda sul TG3 RAI), mentre il restante 40% viene scaricato nel Golfo di Guinea, bruciato nelle baraccopoli con rilascio di tossine nell’atmosfera o accumulato nelle discariche a cielo aperto, con ripercussioni negative per la flora e la fauna marina e terrestre locale e la salute degli abitanti del luogo. In riva al mare e nel mare stesso si accumulano i rifiuti tessili che la pioggia trascina dalle discariche aperte e dalle strade che circondano la capitale, dove vengono accatastati a causa della bassa qualità delle attuali produzioni tessili che rendono i vestiti di seconda mano inutilizzabili.

La strategia dell’UE per un settore tessile sostenibile e circolare  mira a creare un settore più verde, competitivo e resistente agli shock globali per rendere i prodotti tessili più durevoli, riparabili, riutilizzabili e riciclabili, per contrastare il fast fashion, i rifiuti tessili e la distruzione di prodotti tessili invenduti e garantire che la loro produzione avvenga nel pieno rispetto dei diritti sociali.