Approvata nuova legge sul maltrattamento degli animali.

Ambiente Mare Italia - AMI Informa

10 Giugno 2025

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La recente riforma sulla tutela degli animali rappresenta un passo deciso verso una maggiore protezione e rispetto dei nostri amici a quattro zampe. Questa legge introduce numerose modifiche alle norme del codice penale, rafforzando le misure contro il maltrattamento, l’uccisione, i combattimenti e gli spettacoli non autorizzati tra animali. Scopriamo insieme le principali novità e come queste influenzeranno il panorama della tutela degli animali in Italia.

Rafforzamento delle sanzioni per i reati contro gli animali.

Con la nuova legge, chi maltratta un animale può essere condannato fino a 2 anni di reclusione, senza possibilità di pene pecuniarie alternative. La modifica al titolo IX-bis del codice penale, ora rinominato “Dei delitti contro gli animali”, sottolinea un importante cambio di prospettiva: gli animali vengono messi “al centro delle tutele giuridiche”, riconoscendo i loro diritti in modo indipendente dal nostro modo di percepirli.

Divieto nazionale di tenere i cani alla catena.

Una delle novità più significative riguarda il divieto di tenere i cani alla catena, una misura finora prevista solo da alcune leggi regionali. Ora questa pratica è proibita a livello nazionale, con sanzioni che variano da 500 a 5.000 euro. Questo intervento mira a migliorare le condizioni di vita degli animali domestici, promuovendo un trattamento più rispettoso e dignitoso.

Divieto di uso commerciale di pellicce di gatto e custodia degli animali sequestrati.

La legge vieta anche l’utilizzo commerciale di pellicce di gatto domestico, una misura importante contro il traffico illegale e lo sfruttamento degli animali. Inoltre, viene stabilito che gli animali coinvolti in reati di maltrattamento devono essere custoditi fino al termine del processo, garantendo il loro benessere e prevenendo sofferenze ulteriori.

Nuovo quadro sanzionatorio. Cosa cambia?

Ecco un riepilogo schematico delle principali sanzioni introdotte:

  • Detenzione incompatibile: multe da 5.000 a 10.000 euro per chi tiene animali in condizioni di grave sofferenza o inadeguate alla loro natura.
  • Uccisione di animali: nuova doppia soglia di pena:
  • Da 6 mesi a 3 anni di carcere e multa da 5.000 a 30.000 euro per uccisioni senza necessità.
  • Fino a 4 anni di carcere e 60.000 euro di multa in casi di sevizie o sofferenze prolungate.
  • Aumentano di un terzo le pene se i fatti sono commessi alla presenza di minori, contro più animali o se diffusi online.
  • Maltrattamenti: condanne fino a 2 anni di carcere, anche per lesioni non gravi, con una sanzione minima di 6 mesi.
  • Danneggiamento o uccisione di animali altrui: rischiano da 1 a 4 anni di reclusione chi uccide più di tre animali o animali bovini e equini isolati.
  • Combattimenti tra animali: pene aumentate da 1–3 anni a 2–4 anni di reclusione, punendo sia organizzatori che partecipanti attivi.
  • Spettacoli e manifestazioni vietate: multe da 15.000 a 30.000 euro per chi organizza o partecipa a eventi con sevizie o sofferenze.

Un ruolo attivo per le Associazioni animaliste.

Un’importante innovazione è l’introduzione dell’articolo 260-bis nel codice di procedura penale, che permette alle associazioni animaliste di chiedere il riesame dei sequestri e di ottenere l’affido definitivo degli animali dietro cauzione.

Un primo importante passo verso la tutela degli animali.

Questa riforma si configura come un primo, fondamentale passo per adeguare la legislazione italiana agli articoli della Costituzione e alla giurisprudenza consolidata nel tempo, sostenuta da solide evidenze scientifiche e da una crescente sensibilità sociale.

Perché proteggere gli animali significa rispettare i valori di compassione, dignità e benessere di tutti gli esseri viventi. La nuova legge rappresenta una vittoria per le associazioni ambientaliste e per tutti i cittadini che credono in un’Italia più giusta e attenta alle esigenze degli animali.