Deforestazione e clima: un binomio che non si può più ignorare.

Ambiente Mare Italia - AMI Informa

17 Giugno 2022

Biodiversità

La giornata di apertura della Cop26 di Glasgow ha visto come protagonista la natura. I leader mondiali riuniti verso la neutralità climatica si sono espressi sulla necessità di abbattere ogni forma di deforestazione entro il 2030. La tutela delle foreste è il centro delle tematiche ambientali da decenni avendo come simbolo la deturpazione della foresta Amazzonica ma nulla ancora era stato fatto. Nel primo giorno di riunione 105 Paesi hanno siglato l’accordo, fortemente voluto anche dalla Commissione UE nell’ambito delle politiche del New Green Deal, che prevede politiche più stringenti nella tutela dell’integrità delle zone boschive mondiali.

L’urgenza sul tema è stata evidenziata dagli eventi climatici estremi manifestatesi negli ultimi mesi che hanno comportato in molte zone del globo gravi danni economici e perdite umane. Secondo i dati Onu tra il 2010 e il 2020 i fenomeni meteorologici estremi, chiaramente legati ai mutamenti climatici, hanno causato 12 miliardi di dollari in costi di mitigazione, causando 450mila morti. Gran parte delle cause di eventi come alluvioni e frane in zone urbane è strettamente legata alla deforestazione.

Il Piano varato al G20 di Roma e confermato alla Cop26 avrà alla base un impegno per la piantumazione di mille miliardi di alberi a livello mondiale entro il 2030 per sfruttare la capacità di assorbimento di Co2 delle unità boschive. Unitamente a questi interventi, i Paesi firmatari proporranno politiche di controllo e tutela dei polmoni verdi del Pianeta e di riduzione delle emissioni. In questo senso emblematici gli impegni degli USA, per i quali il Presidente Biden ha anticipato un piano di investimento di 9 miliardi di dollari nei prossimi anni, e della Russia, nel territorio della quale insistono un quinto delle foreste mondiali.

La deturpazione delle foreste però rimane un argomento complesso da affrontare. Il fenomeno infatti, nella maggior parte dei casi, ha una matrice indiretta: le attività di disboscamento avvengono lontane dai nostri occhi, in larga parte per soddisfare le esigenze di consumo dei grandi sistemi economici. L’esempio è l’Amazzonia che annualmente viene ridotta per intensificare allevamenti intensivi e coltivazioni che hanno come scopo l’esportazione a livello globale, delineando così un quadro che per la deforestazione vede noi e le nostre esigenze principali colpevoli.
Uno studio di Coldiretti analizza infatti come, al netto degli eventi dolosi, la perdita boschiva sui territori nazionali sia esigua e che le foreste nel nostro Paese siano anzi aumentate del 25% negli ultimi 10 anni, evidenziando come la deforestazione globale sia il frutto delle aumentate necessità produttive e di consumo, soddisfatte in molti casi a discapito della Natura.