Ecosistemi montani di alta quota. Gli inquinanti riducono la biodiversità.

Ambiente Mare Italia - AMI Informa

12 Agosto 2024

Inquinamento

Le sostanze azotate prodotte dalle attività umane che raggiungono gli ambienti di alta quota portano a superare di ben due volte e mezzo la soglia critica per gli ecosistemi più fragili, secondo i risultati di uno studio condotto da CNRUniversità di Torino e Arpa Valle d’Aosta, svoltaso presso il sito LTER (Long-Term Ecological ResearchIstituto Mosso, a 2900 m di quota sul confine tra Valle d’Aosta e Piemonte.

Il traffico veicolare e l’agricoltura intensiva della Pianura Padana, quindi i processi di combustione e i fertilizzanti, sono i più probabili responsabili della presenza in atmosfera di specie reattive dell’azoto. Queste ultime, trasportate dal vento e all’interno delle nubi, raggiungono anche le zone più remote e incontaminate e si depositano a terra attraverso la pioggia e la neve.

Gli ecosistemi di alta quota sono estremamente vulnerabili a minime variazioni ambientali, il che li rende dei veri e propri indicatori dei cambiamenti globali. In questi luoghi, aumenti cronici nella deposizione di azoto inorganico, sebbene lievi se confrontati con quelli di ambienti antropizzati, producono una serie di effetti che possono portare alla riduzione della biodiversità.