Giornata Mondiale dell’Habitat 2025. Rispondere alle crisi urbane attraverso la protezione della natura.

Ambiente Mare Italia - AMI Informa

6 Ottobre 2025

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Ogni anno, il primo lunedì di ottobre il mondo celebra la Giornata Mondiale dell’Habitat, un’occasione per riflettere sul diritto di tutti a vivere in un ambiente sano e sostenibile e sull’urgenza di preservare gli spazi naturali che rendono possibile la vita.
Quest’anno, il 6 ottobre 2025, il tema scelto dalle Nazioni Unite è “Risposta alle crisi urbane”, un invito a ripensare il ruolo delle città e la loro capacità di affrontare sfide sempre più pressanti come i cambiamenti climatici, le disuguaglianze sociali e il consumo eccessivo di suolo.

Se le città sono spesso percepite come luoghi lontani dalla natura, la verità è che il loro futuro dipende in larga parte dalla salute degli habitat naturali. Senza ecosistemi funzionanti, senza foreste, zone umide, fiumi, dune costiere e praterie in grado di svolgere i propri servizi ecosistemici, anche la vita urbana diventa più fragile, insalubre e vulnerabile.

Un Pianeta che perde i suoi habitat.

Secondo il Living Planet Index, tra il 1970 e il 2018 le popolazioni di vertebrati monitorate si sono ridotte in media del 69%. Non si tratta soltanto di animali che scompaiono: è la conseguenza diretta della distruzione e frammentazione degli habitat, che priva intere comunità biologiche di spazi vitali.

Si calcola che circa il 75% della superficie terrestre mostri oggi alterazioni significative dovute alle attività umane e che l’85% delle zone umide sia già andato perduto. La deforestazione, l’agricoltura intensiva e l’urbanizzazione sono i principali motori di questa trasformazione. In Europa, tra il 2018 e il 2023, sono stati consumati ogni anno circa 1.500 km² di habitat naturali o agricoli, una perdita equivalente a 600 campi da calcio al giorno.

Anche l’Italia, pur essendo uno dei Paesi europei più ricchi di biodiversità, non è immune. Gli ultimi rapporti europei mostrano che meno del 10% degli habitat naturali italiani è in buono stato di conservazione. Zone umide, torbiere e paludi versano in condizioni critiche, così come le dune costiere, minacciate dall’erosione e dalla pressione turistica. Persino i nostri boschi, spesso percepiti come un patrimonio solido, sono vulnerabili al cambiamento climatico e rischiano di subire trasformazioni irreversibili.

Perché difendere gli habitat significa proteggere noi stessi.

Quando parliamo di habitat non parliamo soltanto di “luoghi per gli animali”. Gli ecosistemi naturali forniscono servizi indispensabili anche agli esseri umani: filtrano l’acqua, regolano il clima, immagazzinano anidride carbonica, proteggono dalle inondazioni, garantiscono fertilità ai suoli e sostengono impollinatori fondamentali per l’agricoltura.

Nelle città, il contatto con la natura ha effetti diretti sulla salute fisica e mentale: riduce lo stress, migliora la qualità dell’aria e abbassa le temperature estive. La perdita di habitat, al contrario, rende gli spazi urbani più caldi, più inquinati e meno vivibili.
La crisi urbana, quindi, non è solo una questione di traffico o di edilizia, ma anche di fragilità ecologica. Senza spazi verdi connessi tra loro, senza corridoi ecologici che permettano agli organismi di muoversi, la biodiversità si riduce e gli ecosistemi perdono la loro capacità di sostenerci.

Verso città più resilienti e sostenibili.

Il tema di quest’anno, “Risposta alle crisi urbane”, è dunque un appello concreto: rigenerare gli habitat e integrarli nelle città non è un lusso, ma una strategia di sopravvivenza. Significa progettare infrastrutture verdi come parchi lineari, tetti e pareti vegetate, giardini urbani; significa restituire spazio alla natura in aree degradate o dismesse; significa riconnettere frammenti di verde in un mosaico urbano che diventa rete ecologica.

Non meno importante è il coinvolgimento delle comunità. La tutela degli habitat può diventare un’opportunità di partecipazione civica: orti condivisi, progetti di rinaturalizzazione, iniziative di citizen science per monitorare la biodiversità urbana.
Le città che sapranno affrontare le crisi del futuro saranno quelle capaci di fondere innovazione e natura, infrastrutture moderne ed ecosistemi funzionanti.

La Giornata Mondiale dell’Habitat 2025 ci ricorda che la protezione degli habitat è una sfida che riguarda tutti. Le statistiche sulla perdita degli ecosistemi sono un campanello d’allarme, ma al tempo stesso ci mostrano la strada: ricostruire, preservare e integrare la natura nelle nostre città e nei nostri territori.

Solo così potremo garantire un futuro vivibile, equo e resiliente alle prossime generazioni!