Il nostro oceano, il nostro futuro: uniti per un’azione urgente.
23 Giugno 2025

Politiche ambientali
La Terza Conferenza delle Nazioni Unite sugli Oceani (UNOC3), tenutosi a Nizza tra il 9 e il 13 giugno scorsi, ha segnato un momento cruciale per la salvaguardia dei nostri mari. Organizzato congiuntamente da Francia e Costa Rica, l’evento ha riunito circa 15.000 partecipanti, inclusi oltre 60 capi di Stato e di Governo, dimostrando un impegno globale senza precedenti.
La dichiarazione politica adottata a Nizza, intitolata “Il nostro oceano, il nostro futuro: uniti per un’azione urgente”, ribadisce l’obiettivo di proteggere il 30% degli oceani e delle terre emerse entro il 2030, allineandosi con altri quadri globali come l’Accordo di Kunming-Montreal sulla biodiversità e gli obiettivi climatici dell’IMO.
Nonostante alcune divergenze, come la richiesta di una moratoria sull’attività mineraria in acque profonde non inclusa nella dichiarazione finale, il vertice di Nizza ha dimostrato una notevole unità di intenti.
Il “Nice Ocean Action Plan”: promesse e nuovi orizzonti.
Il culmine del vertice è stato il Nice Ocean Action Plan, un quadro ambizioso composto da una dichiarazione politica e oltre 800 impegni volontari. Questi impegni provengono da un’ampia gamma di attori, inclusi governi, scienziati, agenzie delle Nazioni Unite e la società civile, e riflettono l’urgenza di affrontare la complessa crisi oceanica.
Gli impegni volontari più significativi assunti durante la Conferenza:
- La Commissione europea, nell’ambito del suo Patto per gli oceani, ha annunciato un investimento di 1 miliardo di euro per sostenere la conservazione degli oceani, la scienza e la pesca sostenibile.
- La Polinesia francese si è impegnata a creare la più grande area marina protetta del mondo per salvaguardare i suoi mari, che coprirà l’intera zona economica esclusiva, circa 5 milioni di chilometri quadrati (1,93 milioni di miglia quadrate).
- La Nuova Zelanda ha impegnato oltre 52 milioni di dollari USA per sostenere una migliore governance, gestione e ricerca sugli oceani nella regione delle isole del Pacifico.
- La Germania ha lanciato un programma di azione immediata da 100 milioni di euro per il recupero e la bonifica delle munizioni abbandonate nel Mar Baltico e nel Mare del Nord tedeschi: il primo del suo genere.
- L’Indonesia, la Banca Mondiale e altri partner hanno lanciato il Coral Bond, uno strumento finanziario innovativo concepito per mobilitare capitali privati al fine di preservare gli ecosistemi delle barriere coralline all’interno delle aree marine protette in Indonesia.
- Trentasette paesi, guidati da Panama e Canada, hanno lanciato la High Ambition Coalition for a Quiet Ocean, la prima iniziativa politica di alto livello per contrastare l’inquinamento acustico degli oceani su scala globale.
- L’Italia ha impegnato 6,5 milioni di euro per rafforzare la sorveglianza della Guardia costiera nelle aree marine protette e sulle piattaforme petrolifere, anche attraverso un sistema di sorveglianza satellitare in grado di rilevare in tempo reale eventuali fuoriuscite di petrolio.
- Il Canada ha contribuito con 9 milioni di dollari all’Ocean Risk and Resilience Action Alliance per aiutare i piccoli Stati insulari in via di sviluppo e i paesi costieri in via di sviluppo ad aumentare la loro resilienza agli impatti dei cambiamenti climatici attraverso soluzioni basate sulla natura.
- La Spagna si è impegnata a creare cinque nuove aree marine protette che consentirebbero di tutelare il 25% del suo territorio marino.
- Un collettivo di agenzie delle Nazioni Unite e partner globali ha avviato un processo di progettazione congiunta per One Ocean Finance, un nuovo e audace progetto volto a sbloccare miliardi di nuovi finanziamenti provenienti dalle industrie che dipendono dagli oceani e dai settori dell’economia blu.
Come ha sottolineato Li Junhua, Sottosegretario generale delle Nazioni Unite per gli affari economici e sociali e Segretario generale dell’UNOC3, “Le onde del cambiamento si sono formate. Ora è nostra responsabilità collettiva spingerle avanti, per la nostra gente, il nostro pianeta e le generazioni future”.
Il Trattato sull’Alto Mare: un passo fondamentale verso la protezione marina.
Uno degli obiettivi primari del vertice era accelerare i progressi sul Trattato sull’Alto Mare, adottato nel 2023 per salvaguardare la vita marina nelle acque internazionali. Per la sua entrata in vigore sono necessarie sessanta ratifiche. Con grande entusiasmo, è stato annunciato che ben 19 Paesi hanno ratificato l’accordo nella settimana del summit, portando il numero totale a 50.
Il cammino verso il 2030.
Peter Thomson, Inviato Speciale delle Nazioni Unite per gli Oceani, ha evidenziato come Nizza segni una svolta, ma la vera prova sarà “quello che succede dopo”. Guardando al futuro, l’attenzione si sposta sulla quarta Conferenza delle Nazioni Unite sugli Oceani (UNOC4), che sarà ospitata congiuntamente da Cile e Corea del Sud nel 2028. Thomson auspica che entro tale data importanti accordi globali, come il trattato BBNJ, l’accordo WTO sui sussidi alla pesca e il futuro Trattato globale sulla plastica, siano tutti ratificati e attuati.
Il vertice del 2028 rappresenterà anche un momento cruciale per valutare i progressi verso l’Obiettivo di Sviluppo Sostenibile 14 (SDG14), relativo alla vita sott’acqua, che giungerà a maturazione nel 2030. L’obiettivo iniziale del 10% di protezione degli oceani entro il 2020 non è stato raggiunto; il prossimo ambizioso obiettivo è fissato al 30% entro il 2030. Thomson ha elogiato le piccole nazioni insulari per le loro ambiziose misure di protezione marina, ponendo una domanda stimolante: “Se i piccoli paesi riescono a prendere grandi misure come queste, perché i grandi paesi non possono fare lo stesso?”