Inquinamento: grandi aziende principali responsabili e I consumatori lo sanno!

Ambiente Mare Italia - AMI Informa

25 Ottobre 2021

Inquinamento

L’inquinamento ambientale e la deturpazione del patrimonio naturalistico globale sono problematiche che vedono tutti allo stesso tempo vittime e responsabili. In questo gioco di ruoli alcuni attori giocano una parte di maggior peso: le grandi aziende hanno sicuramente responsabilità maggiori, a causa di decenni di produzione incurante degli effetti dannosi sull’ambiente. L’utilizzo di materiali non biodegradabili ad alto impatto ambientale come il PET, sistemi produttivi legati principalmente al profitto e non alla tutela del Pianeta, l’uso indiscriminato di agenti chimici e fonti energetiche di origine fossile hanno portato la società odierna ad un punto di non ritorno e alla urgente necessità di una conversione totale delle nostre priorità.

In questo quadro il mondo della produzione è sotto la lente d’ingrandimento per la sua responsabilità verso il sempre maggiore inquinamento ambientale. Quest’attenzione alle attività delle multinazionali ha portato all’interessamento e all’attivismo di molte associazioni e organizzazioni no profit.

Dopo anni di attività di raccolta di rifiuti abbandonati nell’ambiente, svolta in tantissimi Paesi del mondo, il movimento globale “Break Free From Plastic” ha stilato la classifica delle aziende responsabili di tale abbandono in natura.

Dopo 848 interventi svolti da quasi 73mila volontari in 51 differenti paesi, “Break Free From Plastic” ha decretato come al primo posto di questa classifica ci sia Hbc Coca Cola con 475mila pezzi di plastica recuperati in 37 paesi.

L’utilizzo della plastica è sempre più scoraggiato ma i consumatori continuano a scegliere prodotti confezionati con questo materiale.

Ogni minuto vengono acquistate più di un milione di bottiglie di plastica e il 91 per cento di queste non viene riciclato, compresi gli imballaggi che, sfuggendo alla differenziata, finiscono in discarica, per poi essere bruciati o dispersi nell’ambiente. Un recente studio pubblicato su Science evidenzia che, circa 1.3 miliardi di tonnellate di plastica finirà nell’ambiente entro il 2040. Numeri impressionanti.

La classifica continua vedendo Nestlè e Pepsi Co rispettivamente al secondo e terzo posto, con un distacco però in proporzione 100 volte inferiore alla prima in classifica. Tra le più famose aziende nelle altre posizioni risultano Colgate-Palmolive e Philip Morris all’ottavo e nono posto.

Secondo un recente sondaggio della società di consulenza per la comunicazione Sec Newgate, questi risultati non giovano né alle aziende stesse né ovviamente al Pianeta. I dati certificano come i consumatori intervistati, per almeno l’80%, siano fortemente interessati alle azioni del governo e delle imprese in materia di responsabilità ambientale e sociale. Il 62% degli intervistati afferma di preferire, anche se di poco più caro, un prodotto a minor impatto ambientale. Inoltre i dati riportano come un’azienda impegnata seriamente nelle tematiche ambientali e sociali riscontri una fidelizzazione maggiore da parte di consumatori attenti.

In conclusione la concezione di profitto sta cambiando, non è più quello meramente economico ma comprende sempre di più la salute del Pianeta e delle generazioni future, e le persone lo hanno capito.