Le contraddizioni nella mobilità sostenibile
23 Novembre 2022
Città green
Si moltiplicano le notizie in merito ai regimi fiscali e di agevolazioni all’acquisto delle automobili elettriche.
Tratto comune è il rallentamento della politica di incentivi da parte di molti Stati europei e, parallelamente, l’annuncio dell’introduzione di regimi fiscali via via sempre più allineati a quelli delle automobili a combustione interna, con qualche allungo come nel caso della Svezia che vorrebbe introdurre una tassazione legata anche al peso delle vetture.
Queste misure, insieme a quelle annunciate in Svizzera, dove per far fronte alla carenza di energia si vorrebbe da una parte limitare la velocità massima consentita alle auto elettriche, dall’altra introdurre limitazioni agli orari per farle ricaricare, gettano un ombra sulle politiche comunitarie che hanno fissato il bando del motore endotermico dalle auto nel 2035.
In questo quadro si inseriscono altre notizie che provengono dal mondo produttivo e del lavoro, perché a fronte dell’impegno più volte dichiarato dai più grandi gruppi europei del settore automotive a voler rispettare il calendario proposto in sede comunitaria, si fanno largo a più riprese dichiarazioni che sottolineano come la transizione da un tipo di alimentazione all’altra porterà inevitabilmente a problemi occupazionali.
Emergono inoltre problemi legati all’approvvigionamento delle materie prime necessarie alla produzione delle batterie e relativamente a queste ultime la necessità, per essere veramente competitivi, di svincolarsi dalle catene produttive che vedono la Cina in prima linea, sia per quantità che per competitività e parallelamente la necessità di affrontare una concorrenza agguerrita da parte dei produttori asiatici.
Qual’è allora il futuro della mobilità?
Il peso delle auto elettriche è correlato alle dimensioni delle batterie, più pacchi di accumulatori sono installati, più l’auto pesa, a fronte di una maggiore autonomia sarà richiesta una maggiore quantità di energia per ricaricarle. Il peso, tra l’altro, è la causa di un inquinante che accomuna tutti i veicoli, ossia la produzione di polveri, per le auto elettriche frutto del consumo degli pneumatici e del consumo del materiale d’attrito dei freni, tassare le auto in base al peso, scelta che sta adottando la Svezia, significa spronare le case automobilistiche a trovare il giusto equilibrio fra autonomia e consumo, privilegiando l’efficienza. Non è un caso se alcuni costruttori, pur potendo installare pacchi di grandi dimensioni, hanno preferito sulla base di una valutazione dell’impatto ambientale relativo alla produzione, uso, smaltimento degli accumulatori andare contro corrente ed installarne di capacità relativamente limitata.
Da più parti si evidenzia come la velocità elevata è nemica dell’autonomia delle auto elettriche che, ricordiamo, mostrano per intero la loro grande efficienza soprattutto in ambito urbano; raggiungere velocità superiori ai 100 km/h comporta un notevole aumento del consumo da parte delle auto dato che superata quella soglia di velocità la resistenza aerodinamica prevale su quella meccanica, limitare la velocità vuol dire in sostanza sfruttare in modo efficiente l’energia che si è immagazzinata nelle batterie.
Per concludere, a fronte della sfida lanciata in ambito politico comunitario per raggiungere gli obbiettivi di una mobilità sostenibile attraverso il bando del motore endotermico si assiste a politiche nazionali che sembrano andare nel verso contrario, ed egualmente pur in presenza della presentazione di piani di elettrificazione della gamma molto spinti da parte di tutti i produttori europei si registrano prese di posizione da parte dei CEO di questi grandi gruppi che gettano ombre sui risvolti socio-politici della transizione, sui livelli occupazionali, e sulla possibilità stessa di accesso alla mobilità per il grande pubblico per i costi delle auto. Sullo sfondo di tutto questo si staglia l’avanzata dei prodotti orientali offerti a prezzi molto concorrenziali ma realizzati sfruttando abbondantemente risorse non rinnovabili dal forte impatto carbonico.
E’ importante che l’Europa riesca a superare nel più breve termine alcuni scogli ideologici e affrontare il problema con pragmaticità. Incentivare le industrie ad adottare soluzioni tecnologiche avanzate senza preclusioni e affrontare senza tentennamenti i limiti della tecnologia elettrica, favorendola là dove è vincente, ma optando invece per altre soluzioni tecnologiche alternative, che tra l’altro vedono l’Europa e l’Italia brillare nel panorama internazionale.