Microplastiche. Il ruolo strategico delle foreste come filtro naturale.
4 Agosto 2025

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Negli ultimi anni, il problema delle microplastiche ha assunto un ruolo centrale nel dibattito ambientale globale. Questi minuscoli frammenti di plastica, di dimensioni inferiori ai 5 millimetri, sono ormai diffusi in tutti gli ecosistemi, dai mari agli ambienti terrestri e, in modo particolare, nelle acque dolci come laghi e fiumi. La presenza di microplastiche nei laghi rappresenta una minaccia significativa per la biodiversità, la qualità dell’acqua e la salute umana.
In questo contesto, il ruolo delle foreste come veri e propri “filtri naturali” si distingue come un elemento innovativo e strategico di tutela ambientale. Recenti studi condotti da ENEA e Arpae Emilia-Romagna hanno confermato questa ipotesi, aprendo nuove strade per la difesa delle acque dolci e e la valorizzazione degli ecosistemi forestali.
La scoperta di ENEA e Arpae: bassi livelli di microplastiche nel bacino di Ridracoli.
Uno studio condotto nell’invaso di Ridracoli, nel Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna, ha rivelato che le concentrazioni di microplastiche in questo lago sono notevolmente inferiori rispetto ad altri laghi italiani come Bracciano e Trasimeno. Nello specifico, i campioni analizzati hanno mostrato valori di 0,02-0,04 microplastiche per metro cubo, contro una media di 13 MP/m³ in altri laghi.
La bassa presenza di microplastiche nel lago di Ridracoli rappresenta un esempio tangibile di come le caratteristiche ambientali e la presenza di ecosistemi forestali possano influire sulla qualità dell’acqua.
Il ruolo delle foreste come ‘filtro’ naturale contro le microplastiche.
Uno degli aspetti più innovativi di questo studio riguarda il ruolo delle foreste come “filtro” naturale. La vegetazione, in particolare gli apparati fogliari degli alberi, può catturare le microfibre trasportate dall’aria, limitando la dispersione di microplastiche nell’ambiente acquatico. La presenza di fibre di microplastiche si riduce significativamente in ambienti ricchi di foreste, perché le foglie, i rami e le radici agiscono come spugne naturali.
Inoltre, studi recenti condotti da ENEA in collaborazione con la Società Italiana di Restauro Forestale – SIRF hanno evidenziato che le microfibre trasportate dall’atmosfera si depositano sulle chiome degli alberi e vengono trasferite al suolo, contribuendo a ridurre la quantità di microplastiche che raggiungono gli ambienti acquatici. Un esempio è la presenza di microfibre nelle acque di pluviometri posizionati tra le chiome degli alberi nell’Appennino e la rilevazione di grandi quantità di microplastiche trascinate dalla neve sul Monte Terminillo.
L’importanza della tutela e valorizzazione degli ecosistemi forestali.
Questa scoperta evidenzia l’importanza di preservare e valorizzare le foreste, non solo come habitat di biodiversità, ma anche come strumenti di protezione ambientale. Le foreste, infatti, svolgono un ruolo insostituibile nel ciclo dell’acqua e nella mitigazione dell’inquinamento atmosferico.
Alla luce di questi risultati, si auspica l’avvio di nuovi studi per approfondire il ruolo delle foreste nella cattura delle microfibre e delle microplastiche trasportate dall’aria. La comprensione di questo fenomeno può portare a strategie innovative di tutela delle acque dolci, integrando la salvaguardia delle foreste con pratiche di gestione sostenibile.
E’ fondamentale preservare gli ecosistemi forestali, poiché rappresentano una risorsa naturale strategica contro l’inquinamento da microplastiche. Promuoviamo azioni che favoriscano la tutela delle foreste, la riforestazione e il rispetto delle aree naturali, perché un ambiente sano è il fondamento di un futuro sostenibile.
La natura, ancora una volta, si conferma come la nostra più potente alleata nella tutela dell’ambiente e della salute umana.