Perdita di gas del “Nord Stream 1”! La guerra colpisce tutti: anche l’Ambiente
30 Settembre 2022
Clima
La guerra in Ucraina continua, le vittime aumentano così come i danni alle città. Il conflitto che va avanti da mesi sta lasciando una profonda traccia nella storia contemporanea sotto ogni punto di vista: politico, umanitario, economico e anche ambientale.
Messa in primo piano la preminenza delle violente vittime civili, tuttavia è necessario soffermarsi ad analizzare anche le conseguenze ambientali che subiranno i popoli coinvolti e tutta l’Umanità.
La durata del conflitto e l’asprezza dei metodi militari utilizzati stanno comportando danni irreparabili dal punto di vista ambientale:
L’impiego di armi ha ovviamente un pesante impatto ambientale dovuto a numerosi fattori legati alla produzione di armamenti, al trasporto, all’alimentazione dei macchinari e ai fumi esalati dalle stesse esplosioni;
Le migliaia di edifici abbattuti, realizzati in molti casi nel secolo scorso, rilasciano nell’aria materiali potenzialmente pericolosi per la salute rendendo le aree urbane ad alto rischio per le infezioni respiratorie;
I mezzi militari utilizzati, balistici e di trasporto, comportano una dispersione nell’aria di una grande quantità di CO2 e di particolato, mettendo così a rischio la salute delle generazioni future in quei territori.
Questi dati ricorrono nella maggior parte dei conflitti, tuttavia la Guerra in Ucraina sta ampliando lo spettrometro dei danni ambientali prevedibili.
Un bombardamento su un impianto chimico sul territorio ucraino ha prodotto un fungo esplosivo di colore marrone. Secondo gli esperti la sostanza che provoca tale fenomeno è l’acido nitrico, sostanza che ha un’incidenza sull’atmosfera 100 volte più dannosa della CO2, vista la capacità di disgregare le molecole di ozono, ed è molto dannosa (quasi letale) per l’Uomo se a contatto con vie respiratorie o epidermide.
Il conflitto nelle ultime settimane si sta inasprendo e i danni civili e ambientali sono in aumento costante.
Lo scorso 25 settembre un evento allarmante per i Governi e le Organizzazione internazionali, si è verificato nel Mar Baltico. Nella notte tra il 25 e il 26 settembre il mare ha cominciato a ribollire per un’enorme perdita al gasdotto subacqueo “Nord Stream 1”. Se la perdita sia dovuta a un attacco o ad un guasto non è stato ancora chiarito, tuttavia i danni sembrano irreparabili e le conseguenze economiche e ambientali saranno gravi.
Gli esperti hanno stimato come la fuoriuscita di gas rappresenti un danno irreversibile per gli ecosistemi.
Il gas naturale è infatti composto principalmente da metano, un gas serra, altamente dannoso per l’atmosfera.
I ricercatori di GreenPeace hanno stimato che la perdita di gas rappresenta un danno all’ambiente di circa 30 milioni di metri cubi di anidride carbonica, circa l’impatto climatico di 20 milioni di automobili in un anno.
Il conto dei danni aumenta e la Guerra non sembra vedere una fine. Le vittime civili sono la priorità nell’impegno globale relativo al conflitto, tuttavia i danni collaterali causati inferti all’ambiente potrebbero avere con il tempo conseguenze dannose per tutti noi.
Ambiente Mare Italia chiede la Pace ai Governi di tutto il mondo per tutelare la vita e la salute umana e della nostra casa, la Terra.