Storie del territorio e news

AMI Salento. Azione di intervento ambientale per ripulire il mare dalle reti fantasma.

8 Giugno 2024

In occasione della Giornata Mondiale degli Oceani, i volontari di AMI Salento e Costa del Sud Diving Service hanno coinvolto i subacquei in una operazione di pulizia dei fondali del Porto di Santa Caterina di Nardò per liberare il mare dalle pericolose reti fantasma (nasse) e dai rifiuti ingombranti che minacciano gli ecosistemi marini.

Il tema scelto quest’anno per festeggiare il World Oceans Day 2024“Risvegliare Nuove Profondità”, è dedicato ad ampliare le nostre prospettive e il nostro apprezzamento per il Pianeta Blu, costruire nuove basi per il nostro rapporto con l’oceano e innescare un’ondata di azioni verso il cambiamento necessario.

Proprio come hanno fatto i dodici sub che si sono immersi nel blu dei fondali del Porto di Santa Caterina di Nardò per recuperare, oltre ai materiali plastici e agli immancabili copertoni, anche le cosiddette reti fantasma che alterano gli ecosistemi marini. “Ci auguriamo il nostro intervento possa beneficiare all’area di Santa Caterina – ha dichiarato Antonio Inguscio, delegato di AMI Salento – preservando le sue bellezze naturali e la sua biodiversità”.

In tutto il mondo gli attrezzi da pesca abbandonati, persi o altrimenti scartati sono circa il 2% di quelli utilizzati: circa 80 mila chilometri quadrati di reti, 800 chilometri di palangari e circa 25 milioni di nasse. Gli attrezzi da pesca perduti rappresentano una notevole fonte di inquinamento marino globale, circa il 46% della spazzatura marina, con impatti negativi sulla fauna selvatica, sugli habitat marini e costieri e sulla sicurezza alimentare. Le reti fantasma continuano a “pescare passivamente” intrappolando pesci, tartarughe e grandi cetacei.

 “Le reti fantasma – interviene Alessandro Botti, Presidente di Ambiente Mare Italia –  rappresentano una minaccia alla biodiversità marina in quanto fungono da trappole per pesci e tartarughe che finiscono per morire di fame o a causa delle lacerazioni prodotte dagli attrezzi stessi, diventando a loro volta esche per predatori più grandi. Solo nel Mediterraneo si stima che oltre 40 diverse specie di organismi marini rimangano intrappolati nelle ghost gears”.

L’iniziativa è stata realizzata grazie al Comune di Nardò, alla Guardia Costiera – Capitaneria di Porto di Nardò e con il supporto di Bianco Igiene Ambientale.