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I vincitori del premio di poesia “Afrodite “.

13 Agosto 2025

Pubblichiamo le poesie vincitrici del premio “Afrodite”, promosso dalla Delegazione AMI del Salento con il patrocinio del Comune di Nardò:

I classificato: Alessandro Caggiula (Sogliano Cavour).

Non è niente

Un giorno verrò ad abitare la tua stanza

con la tua sveglia ferma

e la tua immagine in dissolvenza,

le tue pastiglie perse nel letto

e la tua voglia di vivere

chiusa in un cassetto,

tra i tuoi dolori

e quello che non ci siamo detto.

E mi parlerai delle tue cose

come fossi un confidente

e della vita che è in po’ gioia e un po’ dolore

a volte un po’ niente.

Ma bisogna sempre andare avanti

e se a volte piove

non fa niente.

non fa niente mi dicevi da bambino

quando cadevo, piangevo e non capivo

che fortuna avevo ad averti vicino.

Adesso che sono grande e ancora cado,

adesso che parlo ad una foto che non sente

prova a dirmi,

mentre piango ancora,

che non è niente.

II classificato: Anastasia Rocca (Nardò).

Sono figlia di questa terra

Sono figlia di questa terra e

di queste pietre

scavate dalla pioggia e dal tempo

tempestate da un vento

che travolge e porta lontano.

Nelle vene urla il suo sangue

mi chiama a gran voce

con impeto e rabbia

mi dice “non andare”.

E’ mia, sono sua.

Il cuore stretto da mille radici

combatte feroce

il dolore graffia

gli occhi fiammeggiano

mentre il viso avvampa.

Sento la sua forza

nella piazza nebbiosa

respiro il suo profumo

la sua energia mi attraversa e

come la luce di questo campanile

rischiara il buio della notte

e asciuga le mie lacrime.

III classificato: Valter Meloni (Sassari).

Impronte

In fondo siamo impronte,

costruiamo silenzi

siamo il tarlo senza colpa

perdiamo di vista l’essenziale.

Siamo impronte.

un calco dentro pagine di vita

seduti allo stesso tavolo da gioco

bari di noi stessi.

Siamo,

la sorpresa che parla al vento

che asseconda chi lascia spazi vuoti.

Siamo impronte,

sigilli,

che navigano in acque scure,

agitate

o…

colme di bonaccia,

quell’incontro tra presa e resa,

l’idea di movimento,

un meccanismo che non ha lancette.

Si,

in fondo siamo impronte

regaliamo il tempo,

la forza che muove l’emozione,

siamo poesia nascosta nelle sillabe

il fulmine…

e poi il rumore.

Alzate il viso, perchè

siamo poeti

e proseguiamo il viaggio.

Menzione speciale: Elena Settimo (Galatone).

Parole

Ho dato la mia vita

in pasto alle parole,

parole affidate al vento

per attecchire in cuori

desiderosi d’amore.

Saranno seccate aride sotto il sole di agosto,

saranno fiorite rigogliose in altre vite amanti della vita.

A me hanno portato

l’intima essenza dell’esistenza.